Lapide a Pessina

Comune di Correggio (RE)

qui perdiderit animam suam inveniet eam qui non didicit manet in morte 18-6-1946 qui dove per mano sacrilega soccombeva il priore d. UMBERTO PESSINA memori cuori che l'ebbero parroco guida-conforto pongono ora a sacro perenne ricordo 18-6-1947

Nota

L'assassinio di don Pessina dà l'avvio ad una vicenda giudiziaria a suo modo simbolica del tempo.
Per quanto i responsabili dell'omicidio fossero tre partigiani rei confessi e che nel frattempo erano espatriati, la colpa ricadde su altri tre partigiani che invece niente avevano a che fare con la vicenda. Fu l'occasione per condannare a 22 anni di reclusione, fra gli altri, Germano Nicolini, ovvero il "Comandante Diavolo".
Nicolini, assieme ad Ello Ferretti e Antonio Prodi, scontò da innocente più di 10 anni, uscendo non per l'accertamento della verità (che avverrà solo nel 1994) ma a seguito di un indulto.
I tre veri autori vennero invece ignorati dalla giustizia italiana, anzi vennero condannati in contumacia per aver mentito, perché Nicolini, partigiano molto più noto ed ex-sindaco di Correggio, era stato ritenuto un simbolo della Resistenza da degradare.

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Dettagli

Tipologia

Lapide o targa

Localizzazione

Via Don Pessina
San Martino, comune di Correggio (RE)

Coordinate

10.8024494E, 44.7778829N
E 10° 48' 8.82'', N 44° 46' 40.38''
32m slm
GPX KML

Accessibilità

Luogo sempre accessibile

Inaugurazione

1947

Promotori

Stato di conservazione

censimento del , a cura di
progetto originale Luoghi della Resistenza della provincia di Reggio Emilia

Contesto e altre informazioni

Contesto storico

Guerra [1940 - 1945]
Sacerdoti

Presenza

Questa memoria si trova nel luogo in cui avvennero i fatti a cui si riferisce.

Caratteristiche del testo

Lingue
Latino
Nomi
Nomi propri

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